Vi proponiamo un viaggio in luoghi insoliti e suggestivi nella cornice della città dotta, rossa e ghiotta
Bologna è la città dei portici, delle chiese, delle torri, delle piazze, della musica, è meta di studenti per l’università più antica d’Europa. Visitare Bologna anche per i suoi mercati, i canali d’acqua e le storiche osterie.
Il centro storico di Bologna è ben tenuto, ricco di edifici di pregio, piazze e portici, che sono patrimonio dell’Unesco e si sviluppano per circa 40 km.
La città si vanta di un centro storico medievale che è tra i più estesi e meglio conservati d’Europa, pieno di monumenti, osterie, teatri e botteghe.
Intorno a Bologna una costellazione di borghetti medievali intermezzati da dolci colline e aperta campagna aspettano solamente di essere esplorati per sprigionare tutto il loro fascino d’altri tempi. Vi proponiamo un itinerario inconsueto alla ricerca di storie quasi dimenticate, ma non scomparse. Visiteremo un castello bizzarro dove un uomo sviluppa una terapia controversa; un edificio storico in pietra del XVI secolo, che ospita un inusuale museo e…tanto altro!
VENERDI’ 10 N0VEMBRE
Ore 08:05 Partenza del Treno Italo da Roma Termini
Ore 10:08 arrivo alla Stazione di Bologna Centrale
Transfer per bagagli per l’hotel Royal Hotel Carlton
Transfer per i partecipanti dal stazione di Bologna Centrale a Piazza Maggiore
Ore 11:30 Incontro con la storica dell’Arte Dottoressa Assunta Coccomini (Guidalocale) e visita introduttiva della città:
PIAZZA MAGGIORE
per introdurre dal punto di vista storico e geografico la città felsinea; è una delle prime piazze edificate in Italia dopo la caduta dell’impero romano. È il cuore di Bologna ed è famosa per i suoi palazzi storici, in particolare la Basilica gotica di San Petronio, e l’antistante Palazzo del Podestà con la torre dell’Arengo. Accanto a quest’ultimo si trova la Fontana del Nettuno, costruita in marmo e bronzo dal Giambologna nel XVI secolo, come simbolo del potere papale. È l’elemento di raccordo tra Piazza Maggiore e la più piccola ma non meno importante Piazza del Nettuno.
BASILICA DI SAN PETRONIO la Chiesa “incompiuta” più grande del mondo
balza subito agli occhi come l’imponente facciata della Basilica sia incompleta per più della metà, e guardando l’edificio nei due lati è possibile osservare come appaia quasi “tagliato con un coltello” poiché le navate laterali sono state chiuse da muri rettilinei. Nonostante sia un’incompiuta, la Basilica di San Petronio è la Chiesa più grande di Bologna, la quarta più grande d’Italia (dopo la Basilica di San Pietro a Roma, il Duomo di Milano e Santa Maria Novella a Firenze) e la sesta più grande d’Europa, (dopo la Basilica di San Pietro a Roma, la Chiesa di Saint Paul a Londra, la cattedrale di Siviglia, il Duomo di Milano e il Duomo di Firenze) ed è la Chiesa Gotica costruita in mattoni più grande del mondo.Affascinanti e controverse sono la sua storia, ed a cavallo tra realtà e leggenda le ragioni della sua incompiutezza.
CAPPELLA DEI RE MAGI (Cappella Bolognini) un affresco “politicamente” scorretto
La Basilica di San Petronio e divisa in tre navate, nelle navate inferiori si aprono ventidue cappelle, nella Cappella dei re Magi si può ammirare, quasi intatta, la decorazione originaria con opere di Antonio di Vincenzo, Jacopo di Paolo e Giovanni da Modena. Un importante ciclo di affreschi di stile tardomedievale, realizzati fra il 1410 e il 1415. In tutto il ciclo di affreschi si nota un gusto realistico e attento ai particolari, che però indulge al dettaglio curioso se non fantastico, per suscitare meraviglia e stupore nell’osservatore.
La cappella Bolognini è divisa in tre parti: sulla parete centrale sono raffigurate le Storie di S. Petronio in otto riquadri . Sulla parete di destra sono invece raffigurate le Storie dei Re Magi, anch’esse in otto riquadri a coppie e su quella di sinistra -certamente la più famosa- scene del Paradiso (con l’incoronazione della Vergine ) e in basso l’Inferno, di ispirazione dantesca, con una gigantesca figura di Lucifero che s’impadronisce della scena. Ma ecco in alto, sulla destra, tra gli altri condannati all’oltretomba, una rappresentazione iconografica di Maometto. Il profeta è rappresentato nudo, riverso al suolo, con il corpo squartato e martoriato da un demone cornuto che lo afferra per la testa e lo lega con dei serpenti. con il supplizio che l’Alighieri gli ha inflitto: nel canto XXVIII lo colloca nella bolgia degli eretici. E’ un «seminator di scandalo e scisma» per avere diviso le religioni, condannato a essere squarciato dalla testa ai piedi. Lo attende per l’eternità una «dolente strada» lungo la quale le ferite si rimarginano, per tornare a venire inferte dalla spada di un demone. Quando agli inizi del 1400 Giovanni da Modena dipinse quest’opera nella Cappella Bolognini di San Petronio non poteva immaginare che su quella scena si sarebbero concentrate le attenzioni di Al Qaeda e dei fondamentalisti che vivono nel nostro Paese. E’ considerato obiettivo sensibile di minacce terroristiche. Adel Smith, presidente dell’Unione musulmani d’Italia, che in un comizio chiese di cancellare la figura di Maometto dall’affresco. Stupido sarebbe censurare Dante, e in genere l’arte del passato, per un malinteso senso del rispetto verso le altre culture e in nome del politicamente corretto. L’arte si può giudicare, e in quanto tale può piacere o non piacere: ma non si censura, o -peggio- si brucia
QUADRILATERO
Passeggiata nel quartiere commerciale da sempre e fulcro della buona tradizione eno-gastronomica della città. Questo quartiere ospitava già dal medioevo la gran parte delle corporazioni di artigiani della città ed è oggi uno di quei luoghi più caratteristici di Bologna. Il quartiere si articola all’interno di un quadrato composto da: Via Rizzoli, Via dell’Archiginnasio, Via Farini e Via Castiglione.
Ore 13:15 pausa pranzo
Ore 14:30
L’ ARCHIGINNASIO E IL TEATROANATOMICO “storia, scienza e cultura”
Sotto il portico del Pavaglione di Bologna si trova l’ingresso dell’Archiginnasio. Questa fu la prestigiosa sede dell’Università fino agli inizi dell’Ottocento. L’edificio attuale fu costruito nel 1563 nel luogo dove da secoli vi erano “le Scuole“. L‘Antico Studio di Bologna, infatti, non aveva una sede unica, ma era sparso in diverse parti della città. L’Archiginnasio ebbe il merito di riunire in un solo luogo tutti gli insegnamenti universitari. Gli Artisti, ossia coloro che studiavano le materie scientifiche, ebbero come aula magna l’attuale sala di lettura della biblioteca. Al contrario i Legisti, studiosi del diritto, ebbero il Salone dello Stabat Mater. Il nome del Salone fu così detto perchè proprio quì Rossini vi suonò per la prima volta quella sua opera. Molto interessanti dal punto di vista della storia e della araldica sono i circa seimila Stemmi presenti. Questi ricoprono ogni parte disponibile delle pareti e dei soffitti. Appartengono agli antichi studenti che ricoprirono una qualche carica, e che per questo ebbero il diritto di porre quel loro ricordo. Ogni stemma riporta la nazione e la città di appartenenza, insieme al nome dell’interessato, e tutti insieme costituiscono una singolare e piacevole decorazione.
Il Teatro Anatomico La caratteristica forma ad anfiteatro di questa sala risalente al 1637, consentiva agli allievi della facoltà di Medicna di poter seguire al meglio le lezioni di anatomia, dissezioni dei corpi umani (effettuata molto spesso un cerusico/barbiere) mentre dall’alta cattedra il docente leggeva i testi classici come spiegazione. Le statue e il ricco arredo in legno d’abete sono state ricollocate ai loro posti nella riedificazione avvenuta dopo il terribile bombardamento del 1944. L’encomiabile ricostruzione con i materiali originari esalta ancora di più la preziosità del soffitto dove sono raffigurate le costellazioni e le divinità greche
PASSEGGIANDO SOTTO I PORTICI UNESCO Da Via Rizzoli a Casa Isolani
I portici di Bologna sono da sempre, insieme alle tante torri medievali, il simbolo indiscusso della città. Nominati nel luglio 2021 patrimonio dell’Umanità UNESCO, lunghi quasi 62 km di cui 40 km solo nel centro storico, rendono la città felsinea unica al mondo. Diffusisi in modo sempre più capillare nel XII secolo in seguito alla crescita dell’Università, che spinse a inventarsi un nuovo spazio urbano, i portici sono diventati nel tempo un luogo al contempo pubblico e privato, un luogo di socialità e commercio, un vero e proprio salotto all’aperto, simbolo stesso dell’ospitalità bolognese.
Casa Isolani
La duecentesca Casa Isolani in strada Maggiore è il simbolo più rappresentativo di questa categoria. Si tratta di uno dei pochi esempi superstiti delle costruzioni civili bolognesi del XIII secolo ed è in stile romanico – gotico. La struttura in legno. sorprende e affascina alla vista e le famose frecce incastonate nel soffitto accendono ancor più l’immaginazione e alimentano leggende senza tempo.
COMPLESSO DI SANTO STEFANOin viaggio nella storia
La basilica di Santo Stefano di Bologna è uno dei luoghi più caratteristi della città. Trattasi di un complesso di edifici di culto della città, conosciuto anche come Sette Chiese di Bologna. La chiesa di Santo Stefano sorge su un antico tempio pagano dedicato ad Iside, e avrebbe dovuto imitare il Santo Sepolcro di Gerusalemme. Si passa con facilità dall’VIII secolo della Chiesa di San Giovanni Battista, che è il primo edificio che si incontra, al V secolo della Basilica del Santo Sepolcro, immediatamente accanto e poi ancora più indietro fino al IV secolo d.C. della Basilica dei protomartiri San Vitale e Sant’Agricola. Ogni porta d’ingresso alle diverse chiese che lo compongono è un viaggio nel tempo: una sensazione complessa da spiegare a parole che va al di là dei dettami religiosi e del credo spirituale di ciascun visitatore. Curiosità: (una delle tante) : Tradizione vuole che Dante Alighieri, studente di diritto a Bologna, visitasse con frequenza gli spazi del complesso di Santo Stefano. Qui sembra avesse tratto ispirazione da certi capitelli mostruosi posti nel loggiato superiore del chiostro medievale (XII secolo) per alcune forme di espiazione poi descritte nel Purgatorio. Su un capitello è rappresentato un uomo nudo schiacciato da un enorme macigno; sull’altro, invece, un uomo con la testa girata di 180°.
Ore 17:40 ritorno in Hotel per assegnazione delle camere
SABATO 11 NOVEMBRE
Vi proponiamo una giornata ricca di scoperte, incanti e magia
Ore 9:00 partenza per Grizzana Morandi
Un itinerario sull’Appennino Bolognese, meta e rifugio di artisti e scienziati che tra le sue verdi pendici e morbide vette hanno trovato energia e ispirazione per esprimere il loro genio. Andremo a conoscere il Conte CESARE MATTEI (1809-1896)
Ore 10:30
ARCHIVIO MUSEO CESARE MATTEI Apertura straordinaria
Nel 1827, a 18 anni, Cesare Mattei, alla morte del padre Luigi, ereditò l’ingente patrimonio famigliare e si trovò a far parte dell’emergente borghesia bolognese. Nel 1847 fu fatto Conte da Papa Pio IX per la cessione allo Stato Pontificio di un possedimento strategico nel ferrarese. Fu Tenente Colonnello della Guardia Civica e Deputato al Parlamento elettivo di Roma nel 1848. Colto e fine pensatore, venne citato da Dostoevskji nei Fratelli Karamazov, per le sue doti di guaritore. è molto probabile che la perdita della madre colpita da tumore nel 1840, nonostante fosse curata dai migliori medici del tempo, fu per Mattei, la scintilla che innescò l’interesse per esperimenti di magnetismo e l’avversione per la medicina ufficiale. Inizio così la sperimentazione di numerosi prodotti da lui creati e tenuti segreti. Seguace di Paracelso e come un novello alchimista autodidatta, il Conte elaborò questa nuova scienza medica che chiamò Elettromeopatia. Nel 1850 il Conte lasciò la carriera politica e gli agi mondani di Bologna ritirandosi definitivamente nel suo castello (dal 1859) per dedicarsi allo studio della nuova medicina. Iniziò curando gratuitamente i coloni e i poveri del comune, distribuendo gratis i suoi prodotti in Bologna e all’Ospedale Militare di Roma. Da queste due città l’Elettromeopatia si sparse a macchia d’olio. Nel 1869 incontrò a Roma un entusiasta Papa Pio IX che tramite L’Osservatore Romano fu messo al corrente delle miracolose guarigioni. Dopo aver studiato i fondamenti di Hahnemann (fondatore della Omeopatia) e benché avversato dalla medicina tradizionale, iniziò la produzione e la commercializzazione dei suoi rimedi elettromeopatici esportandoli anche all’estero. Non c’è modo migliore, del muoversi fra scaffali e ripiani dell’Archivio Museo Cesare Mattei ,che ospitano documenti, fotografie d’epoca, libri originali sull’Elettromeopatia, campioni originali di rimedi elettromeopatici, lettere e corrispondenza, quadri d’autore (e fanno del luogo il primo e unico Archivio Museo sulla Elettromeopatia al mondo) per avviarsi verso la terza tappa dell’itinerario che porta al luogo simbolo del genio e della creatività del celebre e “misterioso” Conte Cesare Mattei: la Rocchetta Mattei.
ROCCHETTA MATTEI :“nulla è ciò che sembra”
Un viaggio nel castello medieval-moresco di Riola appena restaurato e riaperto al pubblico dopo anni di abbandono. Voluto e ideato dal Conte Cesare Mattei, fu costruito a partire dal 1850 su un complesso medievale appartenuto al Barbarossa. In queste stanze il conte alchimista preparava, e poi vendeva in tutto il mondo, i suoi misteriosi prodotti elettromeopatici. Il Conte Cesare Mattei acquistò i terreni nel 1850 e nel novembre dello stesso anno pose la prima pietra del castello. Ne diresse personalmente la costruzione e vi si stabilì nel 1859. Il castello divenne così la sede della nuova medicina mondiale che il Conte divulgò con grande successo in tutto il pianeta. I suoi prodotti omeopatici venivano portati al laboratorio centrale di Bologna in via Mazzini 46 per essere confezionati e spediti nei 107 depositi sparsi nel mondo: dall’Asia all’Africa, dalle Indie Orientali a tutta l’Europa, dagli Stati Uniti alla Russia. Come un vero mecenate di altri tempi, Mattei diede lustro a questo territorio montano, povero e poco abitato che conobbe sviluppo e prosperità anche grazie alla costruzione della linea ferroviaria Bologna-Riola da lui voluta. Il Conte fece delle Rocchetta Mattei, il punto di riferimento di illustri personaggi che arrivavano da ogni parte del mondo attirati dalle guarigioni miracolose ottenute dai suoi misteriosi rimedi elettromeopatici. L’attrazione magnetica scaturita dalla visione di questo magnifico castello, sede degli esperimenti segreti del Conte, pare sortisse effetti benefici per ogni genere di malattia. Le torri del castello corrispondono ai pianeti del sistema solare della mappa Copernicana, e nel disegno esoterico del Conte, questo determinava una relazione armonica tra macro e microcosmo, trasformando la Rocchetta in un luogo “per sanare”. Le architetture della Rocchetta Mattei gli interni rifiniti nei minimi dettagli e impreziositi da opere d’arte e decorazioni allegoriche furono di impulso al suo lavoro con lo sviluppo dell’Elettromeopatia. Un successo che non impedì al Conte di occuparsi anche dell’altra sua “creatura” che continuò ad arricchire e implementare fino alla sua morte. Anche a questo si deve l’incredibile eterogeneità della Rocchetta, fusione quasi indescrivibile di stili, simboli e richiami a miti e soggetti di tempi e culture molto diverse. Uno spettacolo per gli occhi e la mente impreziosito da una forte carica di mistero e di energia che non può non pervadere il visitatore.
Pranzo presso il “Ristorante da Benito”
Ore 15:15
IL MUSEO INTERNAZIONALE DEI TAROCCHIUn mistero tutto bolognese
In mezzo a una natura incantata vive la casa dei Tarocchi, un vero e proprio Museo che li ospita: un tuffo nel passato per assaporare tradizioni e culture che – perdute nei meandri del tempo – hanno scalfito la storia, lasciando nella memoria un ricordo indelebile colmo di magia. Il Museo dei Tarocchi, primo in Italia e all’estero, racchiude la più ampia collezione di tarocchi del mondo e di tutte le epoche. Con corrispondenti negli Stati Uniti, in India, Nuova Zelanda e Danimarca. L’originalità di questo Museo consiste nell’essere il primo centro, in Italia e all’estero, che si occupa dell’Arte dei Tarocchi a livello contemporaneo. Intende offrire al visitatore la visione di collezioni uniche di interi mazzi di Tarocchi, in originale, realizzati da artisti italiani ed esteri, che operano attraverso le più varie tecniche, dal collage alla scultura, dalla pittura alla grafica, dal video alla performance fino a giungere alla musica.
Ore16:45 Rientro a Bologna
Ore 18:30
“Ad ogni carta il suo”
La città fu culla e nutrice di ogni idea innovativa e quindi giudicata pericolosa dal Tribunale dell’Inquisizione: eresie, streghe, stregoni, maghi, indovini, presenze misteriose e diaboliche. I ritratti dei personaggi più inquieti che vissero in città. Una passeggiata alla scoperta di nuovi personaggi e storie della città attraverso gli arcani maggiori del Tarocchino Bolognese. Scopriremo quindi chi si cela dietro alla carta del Mago in Piazza Galvani e chi è l’eremita di piazza dei Celestini, proseguiremo lungo via Farini per raggiungere Piazza Cavour e poi Piazza San Domenico, e concluderemo in Piazza Minghetti.
DOMENICA 12 NOVEMBRE
Ore 10:00 Check out con i bagagli a bordo
LA CERTOSA DI BOLOGNA Una porta sull’infinito
Questo preziosissimo cimitero storico ci regala opere artistiche di enorme pregio. Costruito su quello che era un convento certosino del 14esimo secolo, dal 1801 si è trasformato in uno dei cimiteri più ricchi di sculture e opere di pregio di tutta Italia. Dalle tombe funerarie affrescate a quelle in marmo del 1800 alle opere liberty del 900 in bronzo. Un vero e proprio museo a cielo aperto. Nel cimitero sono ospitate alcune figure importanti per la storia locale e nazionale, tra cui lo statista Marco Minghetti; i pittori Giorgio Morandi e Bruno Saetti; il premio Nobel per la letteratura Giosue Carducci e lo scrittore Riccardo Bacchelli; il cantante d’opera Carlo Broschi detto Farinelli, il compositore Ottorino Respighi e il cantante Lucio Dalla; il generale Giuseppe Grabinski e il primo ministro Taddeo Matuszevic, polacchi; i fondatori delle aziende Maserati, Ducati e Weber e della casa editrice Zanichelli. La Certosa è stata per tutto l’Ottocento meta privilegiata del visitatore a Bologna. Lord Byron, Jules Janin, Charles Dickens e Theodor Mommsen hanno lasciato traccia scritta della loro passeggiata nel cimitero.
SANTUARIO DI SAN LUCA E I PORTICI Simbolo di Bologna
Preparatevi a scoprire uno dei luoghi più affascinanti e iconici di Bologna: il Santuario della Madonna di San Luca e il suo straordinario portico, il più lungo del mondo. Conosceremo la storia e le curiosità legate a questo santuario e al suo portico, che collega la basilica al centro storico di Bologna, in un percorso unico e suggestivo. Il Santuario della Madonna di San Luca si trova sulla collina di Monte Guardia, a sud-ovest di Bologna. La basilica è dedicata alla Madonna di San Luca, la cui icona bizantina, secondo la tradizione, fu portata a Bologna nel XII secolo da un pellegrino. La chiesa, che domina la città con la sua imponente architettura, è un importante luogo di culto e pellegrinaggio per i fedeli di tutto il mondo. La storia del Santuario di San Luca segna l’anno 1194, nella carta d’identità, come data di nascita ma ha cambiato aspetto nel corso del tempo. Infatti, essendo in rovina, venne ristrutturato e messa a nuovo nel Luglio 1481. L’ “aspetto finale” del Santuario bolognese, lo si avrà solamente 600 anni dopo la sua nascita con l’attuale stile predominante barocco. La sua pianta ellittica e le numerose opere d’arte di autori quali Donato Creti, Guido Reni e il Guercino. E rendendo omaggio alla Vergine di San Luca con il Bambino. Essa, una volta all’anno, viene collocata su un baldacchino, il quale viene a sua volta issato sulle spalle di alcuni solerti frati domenicani vestiti da pellegrini e, accompagnata da una solenne processione, viene portata giù alla cattedrale di San Pietro, in via Indipendenza. E i portici di San Luca? Furono costruiti, circa 200 anni dopo la processione, originariamente 4 chilometri fatti da 666 archi. Il numero degli archi dei portici di San Luca non è casuale perché il portico multichilometrico rappresenterebbe il serpente tentatore e per questo costituito da quel numero di arcate. Inoltre, essendo famosa l’immagine iconografica della madonna che schiaccia il serpente, il portico (che rappresenta il demonio) termina per questo motivo ai piedi del santuario bolognese. Dovete sapere che, per i bolognesi doc, il portico di San Luca è un ottimo ambiente per dedicarsi al trekking, alla corsa, all’esercizio fisico. I 215 metri di dislivello, uniti ad una pendenza media del 10% fanno inoltre sì che San Luca sia luogo deputato al voto, ai più svariati desideri esperibili mediante fatica fisica.
“Se passo l’esame / se riuscirò a portarla fuori a cena / se sopravviverò alla durissima settimana che mi aspetta / se …..(completa tu a piacimento)…, giuro che vado a San Luca a piedi!”.
Proprio per queste sue appena citate caratteristiche, la strada che costeggia il portico di San Luca è stata, ed è tutt’ora, teatro di svariate gare automobilistiche e ciclistiche. Ogni anno è qui che si conclude il Giro dell’Emilia, e nel 2009 il Giro d’Italia del centenario lo ha eletto come quattordicesima tappa.
Ore 13:35 trasferimento al Quartiere Saragozza
Ore 13:45 pausa pranzo
Ore 16:00 trasferimento alla stazione di Bologna Centrale
Ore 16:42 partenza dalla Stazione di Bologna Centrale per Roma
Ore 19:05 Arrivo alla stazione di Roma Termini
*****
ROYAL HOTEL CARLTON ****
Il Royal Hotel Carlton si trova accanto all’area pedonale nel cuore di Bologna e si pone al più alto livello tra gli hotel bolognesi. L’hotel è composto da 236 camere, un’esclusiva SPA by Clarins, una grande palestra Technogym ed un garage coperto con 200 posti auto, il tutto circondato da un vasto giardino.Il foyer, caratterizzato da raffinate ed eleganti decorazioni, offre salottini riservati, posti ideali per rilassarsi o parlare d’affari in privato, a metà strada tra il cocktail bar e l’ottimo ristorante. Le camere arredate in stile classico con sfumature pastello, partono da una metratura di almeno 23mq, dispongono di letto queen size, TV LCD 32″, Satellite, Sky, Pay Per View, Wi-Fi Internet Gratuito, Mini-Bar e Cassaforte. La Monrif Spa by Clarins, all’interno del Royal Hotel Carlton di Bologna, propone trattamenti manuali, sauna finlandese, bagno turco, aromarium, laconicum, doccia emozionale, chromo terapia, letti ad acqua e un’area relax raffinata in cui rilassarsi e gustare tea alle erbe in un ambiente in cui la cura di ogni dettaglio e la professionalità creano un’armonia unica.
QUOTA DI PARTECIPAZIONE A PERSONA MINIMO 20 PARTECIPANTI
€ 450,00 in camera doppia
supplemento in camera doppia uso singola € 134,00
quotazione in camera tripla su richiesta a: info@tempodieventi.com
MODALITA’ DI PAGAMENTO
Opzione 1
50% dopo il 28 settembre giorno in cui daremo comunicazione dell’avvenuto raggiungimento del minimo dei partecipanti
saldo entro il 28 ottobre
OPZIONE 2
Tre rate mensili ( fine settembre, fine ottobre, fine novembre )
La quota comprende:
- Biglietti in prima classe Treno Italo Roma Bologna Roma
- Trasferimento bagagli dalla Stazione di Bologna Centrale all’Hotel giorno 10 novembre
- Trasferimento partecipanti dalla Stazione di Bologna Centrale a Piazza Maggiore in pullman privato.
- servizio di facchinaggio hotel in e out
- 2 pernottamenti al Royal Hotel Carlton ****, con prima colazione inclusa
- Pre-accettazione in hotel.
- Tassa di soggiorno per l’intero periodo
- Guida per tutto il periodo di soggiorno a Bologna
- biglietti d’ingresso dei siti menzionati nel programma
- Prevendite per prenotazione gruppi dei siti menzionati nel programma
- Apertura straordinaria dell’Archivio Museo Cesare Mattei
- Pullman GT a disposizione per il giorno 11 e 12 novembre
- Pranzo dell’11 novembre
- Staff TempodiEventi.com per l’intera durata del viaggio.
- Assicurazione viaggio bagaglio e medica
La quota non comprende:
- Pasti non indicati nel programma
- Extra e mance
- Quanto non espressamente indicato alla “quota comprende”
la quota può essere soggetta a variazioni del costo preventivato dei biglietti d’ingresso, accessi, mancato raggiungimento del numero minimo dei partecipanti. In quest’ultimo caso il viaggio potrebbe anche essere annullato.
Il programma, nel corso di svolgimento, potrebbe subire, per motivi organizzativi, modifiche nella sequenza delle visite, ma non nei suoi contenuti
Cancellazioni
- 30% dell’intera quota dal 29 settembre al 09 ottobre
- 50% dell’intera quota dal 10 ottobre al 28 ottobre
- 100% dell’intera quota dal 29 ottobre
- In caso l’organizzatore, o il partecipante, riesca a trovare la sostituzione con altra persona/e, verrà restituita l’intera quota versata.