Questa città non finisce mai di sorprendere, spesso i mezzi di informazioni ci rivelano sensazionali scoperte, non sempre facili da visitare, ma a questo ci pensa la vostra Associazione !
Ciò che vi proponiamo per questo Sabato è la storia incredibile racchiusa nella cupola della Chiesa di San Gioacchino. Una storia che è rimasta nel silenzio per più di 40 anni ed è riemersa grazie alla volontà di un prete, Padre Ezio Marcelli.
Egli ha avuto il merito di ricostruire le vicende, attraverso un lungo e laborioso processo di ricerca dei fatti e delle persone coinvolte, ricostruendo cosa accadde tra il 1943 e il 1944, quando 34 adulti e un ragazzino di circa 14 anni furono messi al sicuro dalla barbarie naziste nella soffitta della chiesa, ovvero sopra la sua cupola, azzurra come il cielo. Esser scoperti dai tedeschi significava la morte, per cui una volta entrati nella soffitta la porta di accesso venne murata e intonacata. Rimasero cosi chiusi all’interno per 7 lunghi mesi.
Entrare nella soffitta è oggi come fare un tuffo nel passato dove tutto sembra esser rimasto come allora.
In questo viaggio nel tempo saremo accompagnati proprio da Padre Marcelli che ci narrerà questa incredibile storia della “barca dei sogni”, è cosi che questo tenace padre chiamò la soffitta.
La visita si svolgerà in due fasi, visiteremo la chiesa di San Gioacchino una delle rare Chiese pontificie esistenti. Leone XIII dovette sborsare molto denaro per costruirla, rispetto a quanto preventivato dal progetto originale. Ventisette nazioni straniere collaborarono alla sua costruzione, ogni stato offri qualcosa, i lavori iniziarono a fine 1800 e terminarono nel 1911. In onore di tutti questi donatori all’interno della chiesa sono state inserite 14 piccole cappelle, ognuna delle quali rappresentava uno stato donatore. Sono tutte diverse tra loro e sono davvero incantevoli.
Il pezzo forte è però la cupola, che è forata con delle stelle di cristallo e genera quindi dei fantastici giochi di luce. È un vero spettacolo per gli occhi. E’ alta oltre 57 mt, protetta da San Gioacchino, padre di Maria. L’interno è una giusta commistione tra il primo Liberty e l’inizio di un razionalismo che si affacciava alle porte dell’architettura.
Dopo la visita alla Chiesa, entreremo nella soffitta, sarà un momento molto toccante sapendo ciò che era avvenuto li dentro e quello che, in quel periodo, stava avvendendo fuori. Si possono ancora osservare i fori dove venivano passate le lettere, il cibo, i medicinali ecc…
Lo spazio era esiguo, si poteva stare in pochi e tutti lungo il perimetro dell’ambiente, su una sorta di cornicione, perchè al centro c’era la volta che non avrebbe retto al peso delle persone. Solo dopo fu possibile avere una superfice calpestabile grazie a delle travi di legno posizionate sullo scheletro metallico della volta. Il “bagno” era in un angolo dove c’era una colonna di gesso, dove veniva posto un secchio all’interno e dei ganci al muro dove appendevano una coperta che serviva ad isolarsi.
Pur vivendo questo disagio, la soffitta costituiva la loro “barca dei sogni”: un mezzo con cui poter affrontare le minacciose onde dell’odio nazista e fascista, sperando poi di approdare verso un futuro migliore fatto di libertà e umanità.
LA VISITA SARA’ CONDOTTA DALLA DOTTORESSA ALESSANDRA CAMERANO E DA PADRE EZIO MARCELLI
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