L’ingresso del Presidio Ospedaliero di Santa Maria del San Giovanni, può sembrare una Chiesa. Scandita da lesene, su due ordini architettonici con un timpano al cui centro si vede l’immagine del Salvatore, è in realtà un ingresso monumentale, che nasconde, inaspettatamente, un’antica corsia ospedaliera
Realizzata tra il 1651 e il 1655, da parte dell’architetto Giovanni Antonio De Rossi e per volere del pontefice Alessandro VII, interamente dedicata al ricovero e alla cura delle donne. Qui potremo ammirare affreschi delle lunette databili tra il 60 ’ e 70’ del sec. XVII attribuiti ad una personalità vicina all’opera di Guido Reni e probabilmente allieva del Domenichino
Proseguiremo la visita facendo un salto indietro nel tempo entrando nella cd. domus di Licinio Sura, politico e militare romano legato all’imperatore Tiberio ed esperto idraulico.
In effetti tutti gli edifici della zona fecero largo uso di acqua, grazie soprattutto all’esistenza di molti acquedotti, fra cui il Celimontano, i cui archi sono ancora visibili inglobati fra i palazzi sulla Piazza. Spostandosi sulle passerelle costruite per permettere la visita dell’area, oltre ad ammirare stupendi pavimenti in marmo, si possono ancora riconoscere i resti di fontane, di sistemi di drenaggio per i giardini e di condotti di scarico.
Il nostro viaggio nel tempo si finalizzerà entrando nella Farmacia del XVI secolo, rimaneggiata nel periodo fascista ma che conserva in particolare antichi affreschi e un Cristo in legno intagliato. La farmacia, le cui ceramiche sono state trasferite “temporaneamente” a Santo Spirito in Sassia negli anni Settanta, ci ricorda che a San Giovanni operava una vera e propria fabbrica di oggettistica non solo per l’utilizzo nella spezieria, ma anche per posate e stoviglie in uso nello stesso ospedale per i pazienti. Una sorta di “autarchia” che invita a qualche riflessione in tempi di dipendenza energetica.
Curiosità: Sorprende apprendere che l’antico ospedale “San Giovanni”, che ha origini nel XII secolo (mentre quello nuovo è stato realizzato alla fine degli anni Cinquanta in occasione delle Olimpiadi romane del 1960), un tempo fosse proprietario addirittura di due terzi del Colosseo, utilizzato come cava di materiali da riutilizzare, nonché di altri monumenti della zona. E che fosse economicamente ricchissimo, grazie soprattutto ai lasciti dei pazienti e alle donazioni delle famiglie benestanti della zona.
LA VISITA SARA’ CONDOTTA DALL’ARCHEOLOGO DEL GRUPPO ARCHEOLOGICO ROMANO.
QUOTA ASSOCIATIVA
Euro 16,00 Iscritti
(comprensivo del contributo al Gruppo archeologico romano)
Euro 18,00 non iscritti
Luogo Incontro: Piazza San Giovanni, 76 (Lato Obelisco)