La Basilica minore di S.Saba si trova sull’Aventino Minore o “Piccolo Aventino”, che in epoca romana insieme all’Aventino Maggiore prendeva il nome di Remurius, il “colle di Remo”.
Remo infatti si era piazzato su questa parte del colle per avvistare più uccelli del fratello Romolo (che aveva invece scelto il colle Palatino), nella disputa per la fondazione di Roma.
Il Rione San Saba, detto comunemente “Piccolo Aventino”, costituisce sin dall’antichità, una sorta di appendice nel destino urbanistico del colle maggiore, nella Roma antica, ebbe prima un carattere popolare– fu ricercato per residenze di lusso. Completamente abbandonato nel medioevo, restò del tutto ai margini della città, coltivato a vigne, ma senza splendore di ville. Unico presidio furono i complessi conventuali, cinti da mura come fortilizi: San Saba e Santa Balbina. Il colle ha ripreso vita a partire dal 1911, in coincidenza con nuove esigenze di espansione della città.
Vennero realizzati dall’Istituto Case Popolari 10 lotti di edilizia residenziale Il rione tutt’oggi è percorso da salite e scalinate che digradano verso le mura e le case “popolari” sono dei veri e propri gioiellini: villini bifamiliari ognuno con il suo giardinetto o palazzine di non più di 4 piani, rivestite di una cortina di mattoni dello stesso colore della cortina antica della chiesa e delle mura.
La chiesa, arroccata sulle pendici del piccolo Aventino, costudisce tesori meravigliosi. A tre navate è divisa da 24 colonne provenienti da edifici pagani.
Sul lato sinistro esiste una sorta di quarta navata – forse un originario portico – sulle cui pareti sono ancora visibili degli affreschi del secolo XIII del Maestro di San Saba, uno dei tanti anonimi artisti che vengono spesso identificati con il nome di “Maestro” seguito dal luogo nel quale si sono contraddistinti nel loro lavoro.
Il tempo ha portato fino a noi la loro arte a testimonianza del linguaggio figurativo adoperato in sostituzione delle parole in modo che potessero parlare ad un popolo semplice, timoroso e analfabeta, diventando racconto. Il Maestro di San Saba è considerato dagli storici dell’arte vicino a Jacopo Torriti, il quale con Pietro Cavallini e Filippo Rusuti diedero vita alla Scuola Romana a fine ‘200.
LA VISITA SARA’ CONDOTTA DALLA DOTTORESSA GEMMA BUONANNO
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