La fascinazione del mito, la voce della realtà.
L’Eneide: un grande classico, ma dalla storia sofferta, non sempre amato, soprattutto nel suo protagonista, figura complessa, di impatto comunicativo non immediato, come ad esempio Ulisse.
I classici non sono opere datate, relegate in una loro fissità definita una volta per tutte. Al contrario i classici sono tali proprio perché parlano sempre al presente. E così è anche per l’Eneide che con il suo protagonista non finisce mai di dire quello che ha da dire. Anzi oggi è opera che possiamo sentire particolarmente vicina, in questo mondo tormentato, fibrillante, insicuro, da riequilibrare, fors’anche da ricostruire.
Poema epico, come sappiamo, abbiamo conosciuto e studiato.
Ma poema assai complesso: tutt’assieme letteratura di viaggio, di guerra e di ricostruzione del sé, individuale e collettivo. E poema che si sviluppa con una cifra tutta propria, nel segno della inquietudine. Per Enea il viaggio non è partenza, scoperta, ricerca. Per Enea nasce da una sconfitta: Enea non parte, Enea fugge.
E così la sua cifra umana, nelle avventure, nell’amore, nella guerra, non è l’azione decisa, sicura, convinta, ma il dubbio e l’incertezza, perché Enea non naviga verso nuove realtà da scoprire, bensì verso un ignoto da temere.
Una rilettura promossa e sviluppata da vari studiosi, critici e artisti, sollecitati dalla suggestione di trovare davvero attraverso quest’opera una chiave di lettura della contemporaneità. Dall’intreccio alla direzione di senso, dal protagonista ai tanti straordinari personaggi che abitano questo poema e lo vivificano, tutto ci consente di affermare convintamente: l’Eneide parla al presente. Sempre. E oggi più che mai.
ALLA FINE SEGUIRA’ UN COFFEE BREAK.
RELATORE: PROF. CARLO MARI
QUOTA ASSOCIATIVA
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LA CONFERENZA IN PRESENZA SI SVOLGERA’ AL CIRCOLO UFFICIALI DELLE FORZE ARMATE
Dress code:
- Uomini : è obbligatorio indossare la giacca e la cravatta
- Donne: è consigliabile un abbigliamento non sportivo
