LA MACCHIA E’ LA SOLIDITA’ DEI CORPI DI FRONTE ALLA LUCE – (G. FATTORI)
A cura di Annabella Izzo
Pisa, mostra sui macchiaioli, Palazzo Blu. A dire il vero non è blu, è pervinca. E’ bello quel colore fresco che rimanda ai giardini d’estate dove esplodono le ortensie azzurrine e dove muretti e panchine diventano ristoro di passeggiate suggestive più o meno romantiche. L’allestimento corposo della mostra ha messo a disposizione dei visitatori dipinti perlopiù provenienti da collezioni private. Hanno colpito e molto la folla domenicale (a giudicare dalla rumorosità , noi compresi) dedita a scoprire quando più quando meno i dettagli sulle tele o tavole dove i pennelli dei nostri macchiaioli nostrani hanno lasciato sprazzi di vita vissuta, captata, desiderata, celebrata. Con azioni militaresche e battaglie partecipate da popolani hanno fissato avvenimenti entrati successivamente nella storia e che erano segni del fermento politico in corso. Il bel ritratto di Garibaldi (Silvestro Lega) ne era un bell’esempio con la sua distintiva camicia rossa niente male a caratterizzare quel filone delle lotte per il rinnovamento sociale a cui tendevano anche attraverso la loro pittura tutta innovativa (il rosso ha campeggiato in tanti dipinti, non poteva non essere così). Da apprezzare sono state le opere dove si affacciavano azioni quotidiane, scontate, mai banali però, perché riportate con luce e calore, sì, proprio calore, anche se c’era molto colore, steso a grandi campiture, appunto la pittura a macchia. Chiarissima la linea del verismo nell’arte pittorica che esprimevano a colpi di pennello negli spaccati di realtà raffigurati sulle tele che da giovani idealisti quali erano usavano per contestare quella accademica, la sola fino a quell’epoca considerata degna di riguardo, di investimento, di committenza. Molto significativi sono stati i dipinti degli interni di abitazioni non più soltanto nobiliari come nel passato, ma dimore modeste, dove i soggetti raffigurati erano espressione del cambiamento dei tempi: chiarissimi i venti del risorgimento. Altro elemento innovativo sono state le donne dipinte nei loro ambienti domestici. Le abbiamo viste amabili, laboriose, garbate, ma inequivocabilmente partecipi nei processi in atto seppure rappresentate in attività prettamente femminili. Passando da una sala all’altra l’impressione avuta costantemente è stata quella di una grande rilassatezza (nonostante le tele o le tavole di piccole dimensioni e stranamente sviluppate in orizzontale). Saranno stati i cieli azzurri senza offuscamenti di rilievo? saranno state le vedute marine in bonaccia o le vedute campestri rassicuranti perché la terra sempre fonte di ricchezza è? Fatto sta che l’insieme trasmetteva un’atmosfera serena. E ancora si sono notati ritratti animali non propriamente da compagnia (cani, gatti, quelli del simbolismo) che eravamo abituati a vedere nei dipinti classici. Quindi davanti ai nostri occhi non cavalli bardati con in sella nobili cavalieri in posa a celebrare la grandezza delle gesta o delle casate, ma mucche e buoi, capre e pecore, asini. Insomma una mostra da non perdere. Pisa ci è apparsa sempre bellissima e come non poteva esserlo con i suoi monumenti di marmi bianchi pregiati in stile romanico che da secoli si stagliano imponenti verso il cielo toscano che in quei due giorni abbiamo visto limpido! Colore intenso, solido, pregno di luce…la pittura dei Macchiaioli appunto!
Grazie alla nostra guida, la dott.ssa Francesca Longo che ha tenuto il filo della visita con grande competenza, simpaticamente e senza mai risparmiarsi.
Grazie a Rita e Lorenzo per l’organizzazione sempre precisa e puntuale e grazie a tutti noi!